Tell me your secrets and ask me your questions

Fan, Jill e Ryan

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Ex utenti
    Posts
    20,569
    LOVE
    +732

    Status
    Anonymous
    eFA9M3B

    Jill Valentine - Umana - Prostituta - Eterosessuale - scheda

    L'accordo fatto con Ryan non avrebbe portato a nulla di buono per me, di questo ne ero più che consapevole, eppure aver riavuto il corpo di Devon mi continuava a far credere che ne fosse valsa la pena; ora poteva finalmente riposare in pace, a prescindere da ciò che a causa mia aveva dovuto subire. Avevo deciso di seppellirlo nel giardino della casa dei miei genitori, la casa che prima o poi sarebbe passata a me, così da essere certa di mantenerlo vicino, così che nessuno potesse più venire a riprenderselo e che potesse riposare finalmente in pace.
    Mio padre aveva scavato la buca senza mai distogliere lo sguardo da Ryan, uno sguardo di puro odio e disgusto nonostante non sapesse ciò che in realtà ci aveva fatto; avevo detto lui solo che questo エイリアン (Eirian) mi aveva comprata e, in cambio, avevo riottenuto la custodia di Devon, cosa che comunque mio padre non si era bevuto. Era sempre stato un uomo intelligente e sapeva che se qualcuno avesse voluto comprarmi - cosa che di per se già non apprezzava - non avrebbe avuto bisogno di darmi nulla in cambio per farlo, in più le settimane passate nascosta nella sua soffitta erano sicuramente un altro elemento utile che lasciava intendere che quell'エイリアン (Eirian) aveva fatto qualcosa di più grave. Ryan gli aveva dato il corpo di Devon, come se fosse stato un pupazzo che ormai l'aveva stufato, e mio padre l'aveva posato delicatamente - con una delicatezza che cozzava incredibilmente con i gesti di Ryan - sul fondo della buca. Solo in quel momento avevo posato vicino al suo corpo l'anello che mi aveva regalato ed insieme, io e mio padre, avevamo richiuso la buca mentre le lacrime rigavano silenziosamente e lentamente il mio viso. Una volta finito mi ero presa qualche minuto - seduta a terra davanti alla tomba - e mio padre mi aveva dato un bacio sulla fronte lasciandomi da sola con Ryan, così che potessi accettare la mia perdita e godermi un po' di privacy che tanto l'エイリアン (Eirian) non mi avrebbe concesso. Passò qualche minuto o forse di più, quando finalmente mi sentii pronta a rimettere su la maschera che indossavo sempre; mi pulii le lacrime con il dorso della mano e come se nulla fosse stato mi voltai di nuovo verso Ryan mente la mia voce appariva priva di alcuna emozioni, quasi calma addirittura se solo il dolore non avesse velato appena gli occhi incupendoli così da rendere l'inespressività facciale poco credibile.

    Vieni domani al Kitsune Klub, a mezzanotte, ora lavoro lì. Visto che hai mantenuto la parola mi assicurerò di farti parlare con Fan-Ling, l'エイリアン (Eirian) che gestisce il locale. con Fan avevo sviluppato un rapporto strano, osceno forse se si considerava la sua natura eppure era una delle poche persone/entità in grado di darmi un po' di pace. Mi alzai e mi diressi verso la porta, bloccandomi solo quando mia madre si avvicinò notando - solo in quel momento - Ryan, la custodia che doveva conoscere alla perfezione. Il mio viso si indurì mentre vedevo lo sguardo terrorizzato di mia madre fisso sull'uomo. Io non sarei diventata così, nessuno avrebbe visto il mio dolore, mai.

    Visto che già vi conoscete, ti lascio a mia madre. Ci penserà lei ad accompagnarti fuori. e senza neanche aspettare una sua risposta mi allontanai per salire nella mia vecchia camera dove, quella sera, avrei dormito. Avevo ripreso l'appartamento con Chantel, la mia stanza per lo meno, così da evitare di dover sottostare ai desideri di Ryan in casa loro o vicina al corpo di Devon.

    [...]

    Dopo aver trascorso il mio unico giorno libero a piangere per il funerale del mio ragazzo - morto a causa mia - nel letto in cui avevo dormito da bambina, ero tornata a casa e mi ero cambiata ignorando volutamente Chantel che continuava a chiedermi chi fosse l'エイリアン (Eirian) misterioso che mi ero portata a letto il giorno prima, nel corpo di Devon, giusto per girare il coltello nella piaga. Fortuna voleva che gli abiti che indossavo al Kitsune erano così veloci da mettere - o da non mettere - che mi ci vollero meno di cinque minuti - doccia esclusa - per essere pronta e fiondarmi fuori da casa. Arrivai a lavoro alle 23:30 e subito mi diressi verso Fan.

    Buona sera, dovrei chiederti un favore...c'è un エイリアン (Eirian) che vuole parlarti. Gli ho detto di venire a mezzanotte, so che sarà una seccatura per te ma non ho potuto dirgli di no. Era...era per qualcosa di importante... spostai lo sguardo altrove, consapevole che fosse l'unica cosa sul mio viso che ora stava mostrando quanto la situazione fosse seria. Non volevo spiegargli che mi stavo vendendo all'uomo che odiavo perchè mi aveva riconsegnato il corpo del mio ragazzo, sapevo che non gli sarebbe interessato e che, soprattutto, non avrebbe capito.
    Deglutii e mi defilai tra la folla decisa a fare il mio lavoro almeno fino a mezzanotte e, perciò, mi misi seduta accando ad alcuni dei clienti presenti iniziando a ridere come una civetta e ad accarezzarli stando attenta a non toccare parti che potessero spingerli e chiedere l'extra.
    La cosa che amavo del Kitsune era che la clientela era principalmente umana e sebbene avessi a che fare con qualche エイリアン (Eirian) tutte le sere, la maggior parte degli uomini con cui parlavo o che consolavo erano umani. Il che voleva dire che provavano sentimenti e che spesso - visti i tempi che correvano - non volevano altro che qualcuno che li ascoltasse e li capisse. Per quanto Fan potesse essere pro umani, infatti, non riusciva ad essere particolarmente empatica, non sempre almeno.
    Solo quando scoccò la mezzanotte e vidi spuntare Ryan, il mio sguardo si indurì e mi voltai verso i due uomini con cui stavo parlando per concedergli un sorriso gentile mentre le mie mani si posavano sulle loro ginocchia.

    Perdonatemi, devo lasciarvi. Ma vi prego! Godetevi lo spettacolo che le nostre spogliarelliste possono concedervi. non era un caso che avessi scelto quell'orario, il pubblico del Kitsune era completamente impegnato ad osservare la bellezza di quelle donne a mezzanotte ed io potevo rubare Fan per un colloquio privato con Ryan. Mi alzai in piedi lasciando che la veste mi scivolasse lungo il corpo delicatamente e mi avvicinai a Fan lanciando poi un'occhiata a Ryan per farle capire che era l'uomo di cui le parlavo.

    Ti chiedo solo di ascoltarlo...ti prego... afferrai le sue mani nelle mie, un gesto che in qualsiasi altro posto mi sarebbe costato caro, e vi poggiai la fronte, in un segno di preghiera e sottomissione che non avevo mai concesso a nessuno.



     
    .
  2.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    277
    LOVE
    +76

    Status
    Anonymous
    schema_role

    Fan-Ling ◊ エイリアン (Eirian) ◊ Barista del Kitsune Klub ◊ Etero ◊ Scheda

    Il locale era affollato e pulsante come sempre, ma pian piano la piccola folla radunata attorno al bancone cominciava a diradarsi, molti degli avventori che prenotavano un ultimo giro di drink prima di spostarsi verso il palco dove di lì ad una mezz’ora sarebbe iniziato lo spettacolo. I posti migliori erano già occupati dai clienti abituali, il resto si aggirava curioso fra i bassi tavolini o faceva avanti e indietro dalla roulette e il tavolo da blackjack nella speranza di assicurarsi fondi sufficienti ad accaparrarsi le attenzioni delle affascinanti spogliarelliste.
    Momentaneamente sprovvista di stimoli e conversazioni interessanti, Fan-Ling si muoveva rapida e sinuosa nel suo spazio al centro del locale, destreggiandosi con gesti rapidi ed esperti fra innumerevoli bottiglie colorate e calici di ogni tipo.
    La voce di Jill le accarezzò le spalle scoperte mentre era intenta a comporre gli ultimi cocktails:

    «Jill, cara, non abbiamo già parlato di questa tua brutta abitudine di usare quell'espressione?»
    L’orientale si voltò con un movimento fluido e lasciò scivolare i due bicchieri sulla superficie liscia del bancone, spedendoli dritti dritti fra le dita dei due tizi in attesa. Concesse loro un’occhiata pigra per assicurarsi che l’ordinazione fosse di loro gradimento, quindi si protese sul ripiano e si esibì per l’umana in un sorriso a mo’ di saluto.
    «Convincere gli altri a fare qualcosa per te è un gioco di prestigio, ricordi? Se sveli subito il trucco e ti esponi si perde tutta la magia... »
    L’エイリアン (Eirian) considerava già un favore qualsiasi atto verso il prossimo che non le apportasse un diretto interesse, perciò quel modo di dire terrestre suonava quanto mai sciocco e superfluo alle sue orecchie. Era una cosa che aveva già cercato di spiegarle, ma ormai aveva imparato che con gli umani ci voleva una buona dose di pazienza.
    Il suo viso disteso s’indurì quando udì una richiesta così peculiare uscire proprio dalle labbra di una delle sue ragazze preferite. La più intelligente, la più riservata.
    La più stoica.
    Le sopracciglia corvine s’inarcarono.
    Se qualcuno desiderava parlarle, perché era venuta l’umana a fare da intermediaria?
    Svariate possibilità le attraversarono la mente, nessuna delle quali appariva particolarmente piacevole. Soprattutto perché alla fine tradivano una sola certezza: quale che fosse il motivo, quel qualcuno aveva manipolato una delle sue umane fino ad arrivare a coinvolgere anche lei.
    “Non hai voluto dirgli di no”, la corresse severa nella propria testa.
    Non vi era azione che non fosse compiuta dietro una precisa volontà personale, ma quella razza inferiore era troppo debole e codarda per ammetterlo a se stessa.
    «Importante per chi?» Ci tenne perciò a sottolineare, non senza una nota di scontento.
    «E sia… Non è il solo Eirian che di questi tempi ha una gran voglia di parlare... Assicurati solo che sia fuori di qui prima dell'うしみつどき (ushimitsudoki)...»
    L'うしみつどき (ushimitsudoki), la sua personale Ora degli Spiriti. Quando le porte dello scantinato sul retro finalmente si aprivano e i giochi potevano avere inizio.

    Per tutto il tempo fino allo scoccare della mezzanotte, Fan-Ling la tenne d’occhio fra un cocktail e una chiacchierata di circostanza. Non ebbe bisogno perciò di cogliere il suo sguardo per capire quale fosse il loro speciale ospite della serata, il suo viso duro e teso bastò a suggerirle la risposta. Facendo un cenno affinché un altro エイリアン (Eirian) la sostituisse dietro al bancone, la cinese abbandonò a metà la conversazione con un umano tanto ciarliero quanto inebriato dall’alcol e si sottrasse alle attenzioni del resto della clientela scivolando in una zona dove le dense ombre potessero celare le espressioni sul suo viso mentre i suoi occhi a mandorla analizzavano il nuovo arrivato.
    Vide Jill ansiosa nella sua direzione, ma lei mosse. L’inquietudine che il corpo della giovane emanava era spiacevole e fastidioso, e a quel punto ebbe la certezza che tutta quella faccenda per lei si sarebbe rivelata per lo più una grandissima seccatura. Era così assorta nelle proprie amare considerazioni che tornò alla realtà solo quando avvertì il tocco improvviso di Jill sulle proprie mani. Fan-Ling si ritrovò a trasalire, una reazione così spontanea da risultare paradossalmente, profondamente innaturale in un essere così artefatto. Le iridi scure si dissiparono, fluide come mercurio liquido, e il loro improvviso chiarore svettò nell’oscurità come un’apparizione spettrale. Per un istante fu incapace di governare l’ondata di allarmato ribrezzo che la investì: l’aliena s’irrigidì e sciolse presto il contatto tradendo quella che poteva a tutti gli effetti apparire come un acuto nervosismo, resistendo a stento all’impulso di pulirsi subito le mani sul suo bel vestito.
    Nelle reazioni della ragazza riconosceva disperazione. Non intendeva perciò renderla ancora più inefficiente di quanto già non fosse, era solo che...beh, che era un’umana. E l’aveva toccata.
    «È lui, non è vero?
    Il Custode delle Memorie. Ryan Davies»

    Ansiosa di passare oltre, andò dritta al punto.
    Non ebbe bisogno di conferme. Le reazioni di Jill parlavano da sole.
    «E lui vuole ancora qualcosa da te, e tu glielo hai già concesso. Di nuovo...»
    Sospirò e la guardò scuotendo appena il capo, quasi con rimprovero.
    «Che incresciosa situazione...
    Jill, io tengo molto al mio topolino, ma che senso ha starci attenta se questo si ostina a girare attorno alle grinfie del gatto randagio?»

    Fra l’altro avere a che fare con molti dei propri simili di solito era per lo più una rogna.
    A meno che non fossero educati.
    La guardò un’ultima volta prima di spostare la propria attenzione verso l’ultimo arrivato, indecisa. Non aveva voluto essere brusca, non con Jill che era sempre così diligente e rispettosa. Le sfiorò appena il mento per spronarla a rialzare la testa, un gesto che voleva essere incoraggiante senza che fosse necessariamente costretta a toccarla:

    «Se non altro hai scelto un ottimo momento.
    Questa è la mia Jill, quella che usa la testa.
    Lo ascolterò, topolino...

    … Vediamo un po' chi hai portato nella mia tana...»



     
    .
  3.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Member
    Posts
    13,173
    LOVE
    +448

    Status
    Anonymous
    giphy

    Ryan Davies - エイリアン (Eirian) - Custode delle Memorie - Eterosessuale - Scheda

    C'erano almeno un paio di cose che non andavano bene in quell'accordo, o meglio... Ciò che non mi piaceva era nell'atteggiamento di Jill, non nei termini del patto. Quest'ultimo, in realtà, si prospettava anche fin troppo vantaggioso per me se si considerava come il brivido della sfida mi piacesse e le cose troppo facili mi annoiassero: rinunciare a Devon Westick --custodia che aveva assolto la sua funzione e che, pertanto, ormai mi stava stretta-- non era infatti in alcun modo stato un sacrificio e, contrariamente ad ogni previsione, il restituirle quel cadavere si era rivelata più un'occasione che una scocciatura. L'avevo infatti vista addirittura piangere, mentre lo seppelliva, e in nessun altra circostanza --probabilmente-- le sue emozioni avrebbero preso il sopravvento così tanto da regalarmi una scena più unica che rara. Come in tutte le storie che si prefiguravano come perfette, però, c'era una ma. «Tu mi assicurerai di procurarmi un colloquio con Fan-Ling?» Le avevo chiesto, con una punta di sorpresa che lasciava intendere come --per un singolo istante-- avessi addirittura pensato di aver capito male. «Se occorre la mediazione di una puttana perché io possa parlare con un mio simile direi che le cose non funzionano a dovere, al Kitsune Klub.» Non conoscevo bene Fan, non più di tanti altri エイリアン (Eirian) che avevo avuto modo di incontrare solo in qualche occasione formale, eppure stentavo a credere che facesse decidere alle sue ragazze quando e con chi avrebbe dovuto parlare: in quel caso, chiaramente, c'era una problema di autorità e di gerarchia ben più grave del previsto, uno di quelli che --per il bene della mia razza-- avrei forse anche dovuto segnalare. Più probabile, invece, che fosse Jill Valentine a sopravvalutare come al solito il suo potere contrattuale. «Non occorre, conosco la strada.» Asserii in direzione di sua madre, quando si avvicinò a me per accompagnarmi alla porta. «Ah, Costance... fossi in te mi darei una sistemata per togliermi quell'aria lugubre dal viso. Tra un'ora verrà Richard a prelevarti per il solito scaricamento dei dati e tutti sappiamo come vedere la paura sul volto degli umani lo porti a dare il peggio di sé.» Apatico, senza alcuna traccia di divertimento in viso nonostante le mie parole avessero la sola e semplice funzione di alimentare il terrore negli occhi della donna, percorsi il corridoio fino all'uscita, dando le spalle ai tre della famiglia Valentine. Forse no, forse non sarebbe neppure andato Richard a scortarla fino all'I.D.U., quell'oggi, eppure sapevo che anche solo la remota possibilità che ci accadesse avrebbe generato nella madre di Jill un vero e proprio panico e, nella mia prostituta preferita, disgusto e risentimento sufficienti a privarla anche delle ore di sonno che restavano prima del suo turno di lavoro.

    [...]

    La puntualità e la precisione erano ciò che mi caratterizzavano e mi distinguevano tanto come Custode delle memorie che nel lavoro sotto copertura, eppure --giusto per tenerla sulle spine ed insinuare in lei il dubbio che non sarei andato a quella sorta di 'appuntamento', cosa che avrebbe significato che intendevo rinegoziare i termini del nostro accordo-- arrivai al Kitsune Klub circa dieci minuti dopo la mezzanotte. Mi guardai intorno per un paio di istanti, senza che qualcosa attirasse davvero la mia attenzione in quel locale che --dai sorrisi sui volti dei presenti e dalla facilità con cui le emozioni si leggevano nei loro occhi-- sembrava frequentato per lo più da umani e dunque regalava un panorama facilmente prevedibile da chi aveva vissuto per anni ed anni con loro e conosceva meglio di qualunque altro エイリアン (Eirian) il modo elementare in cui funzionava il loro cervello e quel che loro chiamavano cuore. Un semplice ammasso di muscoli, che si muoveva per effetto di impulsi elettrici. Incrociai rapidamente lo sguardo di Jill, seguendone con un cipiglio attento i movimenti e la gestualità, e non solo per la sottoveste che lasciava ben poco all'immaginazione: mani nelle mani, la fronte appoggiata sulla pelle dell'aliena in un atteggiamento di assoluta e completa sottomissione. Ribrezzo e disgusto, ovviamente, negli occhi di Fan-Ling. Curioso, quel loro rapporto...

    «Buonasera, Fan.» Mi avvicinai rapidamente alle due, un attimo dopo che l'エイリアン (Eirian) ebbe cercato ed incrociato il mio sguardo. Non salutai Jill, ovviamente, né le rivolsi un'ulteriore occhiata, fosse pure fugace. «Non credevo servisse la mediazione di un'umana per poterti parlare. Piuttosto equivoca come situazione, non credi?» Inclinai appena il capo, come a chiederle in maniera neppure troppo implicita cosa fosse quella storia. Lasciava davvero tutto quel margine di azione alle sue ragazze oppure era solo la mora a soffrire di manie di protagonismo? «In ogni caso...» Solo allora lanciai alla puttana il primo sguardo di quella sera, uno che cadesse sulle sue iridi, almeno, prima di tornare su quelle cerulee dell'aliena. «Ho sentito dire che hai un gran talento per gli affari e credo possa interessarti quel che ho da proporti.» Il suo tornaconto personale sarebbe stato notevole e la stessa gestione di Jill Valentine --di un soggetto che sapevo essere difficile da trattare-- sarebbe risultata per lei di gran lunga più semplice. Nessuna preoccupazione. Per un paio di mesi, se non altro. «Possiamo discuterne in privato o hai ancora bisogno di lei come portavoce?» Un leggero sorriso provocatorio increspò le mie labbra, a rimarcare come ritenessi il margine di azione e di libertà concesso alla ragazza sufficientemente ampio da generare in me dei ragionevoli dubbi.
     
    .
  4.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    277
    LOVE
    +76

    Status
    Anonymous
    schema_role

    Fan-Ling ◊ エイリアン (Eirian) ◊ Barista del Kitsune Klub ◊ Etero ◊ Scheda

    Jill aveva detto che l’incontro era fissato per Mezzanotte, ma il loro ospite si era presentato con dieci minuti di ritardo. Non un buon inizio.
    Fan-Ling studiò la sua figura mentre si avvicinava: il suo portamento sicuro, la sua falcata decisa, nonché il modo un cui osservava con distacco ogni cosa attorno a lui. Indifferente, ma vigile.
    Doveva essere un buon predatore, realizzò.
    E probabilmente aveva pure un bel caratterino...
    Fu perciò non senza una punta di sorpresa che accolse quel suo saluto così perbene: forse erano stati i brutti incontri che aveva avuto di recente, ma ormai l’educazione sembrava davvero prerogativa di pochi Fratelli. O forse solo una peculiarità dei biondini...
    «Buonasera a te, Ryan» cinguettò nel suo miglior tono di benvenuto, proprio come ci si aspettava dal suo ruolo. Le faceva ancora uno strano effetto rivolgersi ai suoi simili utilizzando un nome umano, soprattutto quando questo non era altro che un suono ereditato dal guscio vuoto che ora indossavano.

    Il suo sorriso si allargò, profondo e mellifluo, conciliante, di fronte alla fredda e razionale curiosità del Custode: suo malgrado si era ormai abituata alla perplessità degli atriエイリアン (Eirian) riguardo al modo in cui lei era solita gestire i propri umani e aveva anche imparato che la maggior parte di loro non era nemmeno granché interessata a comprenderne il motivo. Volevano solo farglielo notare, come se pensassero che le direttive che imponeva al suo personale potessero davvero nascere da empatia, e non da un preciso desiderio di efficienza.
    «Forse...» concesse quindi in risposta alle sue parole, accomodante.
    «...ma ti prego di non prenderla sul personale. È un escamotage gestionale che purtroppo nel tempo si è rivelato necessario. Non voglio annoiarti con simili dettagli però...»
    Nemmeno per un istante, inizialmente, considerò l'insidia dietro all'osservazione di lui. Ai suoi occhi il coinvolgimento degli esseri inferiori fungeva solo da ottima scrematura: se un suo simile non riusciva nemmeno a convincere una di quelle creaturine emotive a farsi presentare, come poteva quell’エイリアン (Eirian) valere il suo tempo?
    Fan-Ling, da parte sua, non aveva certo accettato di prestarsi a quell’incontro perché si sentisse in qualche modo in dovere nei confronti di Jill: semplicemente, la curiosità poteva indossare molte maschere, quanto mai varie poi se ruotavano attorno agli individui che entravano nel suo territorio.

    Contemplando la sua mimica, il suo sguardo e ascoltando il modo in cui esponeva i propri desideri e formulava le proprie richieste, l’orientale presto ebbe tuttavia una semplice ma assoluta certezza: quel gatto aveva artigli assai lunghi e ben affilati. E anche le lusinghe, per quanto attentamente elargite, dopotutto non guastarono affatto.
    Anche solo per porgere i suoi rispetti ad una simile destrezza, insomma, l'aliena che occupava il corpo della cinese avrebbe finito per acconsentire a quella conversazione in ogni caso, anche senza la mediazione di alcuna umana.
    Se la sua espressione affabile vacillò per qualche istante, perciò, non fu affatto per fastidio o disagio: semplicemente, il ricordo delle condizioni disastrose in cui versava il suo ufficio le si affacciò prepotente alla mente, così come tutte le volte in cui Jill le aveva gentilmente consigliato di fare un po’ di ordine.
    Si trattenne dal lanciare un’occhiata allarmata alla giovane e si abbandonò ad una risatina vuota e nervosa.
    «Ma certo...»

    Solo dopo il suo cervello processò la provocazione neanche troppo implicita nelle parole del Custode. Fan-Ling aggrottò le sopracciglia e sbatté le palpebre, sinceramente spaesata.

    «...mia portavoce?»
    Quindi finalmente capì.
    Oh. Quindi era questo che lui aveva inteso poco prima.
    Incassò l'insinuazione lanciando un'occhiata fugace verso Jill, il viso liscio e levigato che indossava una maschera di pudico disagio che in realtà non provava affatto.
    «Oh, che imbarazzante equivoco…» pigolò , portandosi con grazia una mano alla bocca, alternando lo sguardo fra i due. «Ma Ryan...Jill è la tua portavoce...
    Senza di lei a raccomandarti chi avrebbe potuto assicurarti che avremmo avuto effettivamente il piacere e l'occasione di conoscerci stasera?»

    Il sorriso che rivolgeva loro avrebbe potuto illuminare la stanza, tanto era sfavillante.
    «E a tal proposito, dato che è stata così premurosa, non trovi che sarebbe davvero scortese escluderla ora? È un’umana così educata… Suvvia, sono certa che si comporterà bene!
    Non è vero, Jill?»

    Senza nemmeno aspettare risposta l'orientale si staccò, piroettò leggiadra su se stessa e indicò loro l’ingresso sul retro con lo stesso entusiasmo di una valletta volenterosa:
    «Vogliamo ritirarci?»

    Li guidò al riparo dalla musica intrigante e da occhi indiscreti facendo strada con passo sostenuto: nonostante cercasse di dissimularla in realtà aveva una certa fretta di precederli fino alla porta del proprio ufficio, che richiuse appena in tempo con un colpo secco prima che qualcuno potesse cogliere quella visione decisamente impietosa.
    Proseguì poi verso la fine del corridoio, dove spalancò una delle porticine laccate e fece loro cenno di accomodarsi:
    «Temo che dovrai scusarmi per l’ospitalità… Il mio ufficio al momento è...inagibile»
    Attese che la sorpassassero, quindi richiuse con cura l’uscio e prese posto in uno dei piccoli divanetti dell’intimo privé, sprofondando fra i morbidi cuscini imbottiti:
    «Jill, siediti qui con me!»
    Batté una mano impeccabilmente smaltata sul velluto accanto a lei.
    Aveva sempre desiderato sperimentare e simulare quell’apparente complicità un po’ civettuola che sembrava accomunare due femmine umane quando si trovavano in presenza di un maschio interessato!
    Certo nel loro caso lo scenario non era altrettanto innocente, ma probabilmente fra エイリアン (Eirian) era il meglio in cui potesse sperare.
    Stabilite le loro parti, Fan-Ling guardò i suoi due attori e annuì soddisfatta, preparandosi ad ascoltare il loro copione, sorridente ed intrigata:

    «Dunque... di che cosa volevi parlarmi, Ryan?»

     
    .
  5.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Ex utenti
    Posts
    20,569
    LOVE
    +732

    Status
    Anonymous
    eFA9M3B

    Jill Valentine - Umana - Prostituta - Eterosessuale - scheda

    Roteai gli occhi alle parole di Fan, ritrovandomi appena a scuotere la testa nel tentativo di sottolineare come trovassi divertenti ed assurde le sue parole. Aveva ragione, mi ero esposta subito, ero stata diretta ma perchè mi sentivo agitata per via dell'incontro che di lì a breve sarebbe avvenuto e doveva essere evidente perchè la mia solita apatia e neutralità era sporcata da un'espressività che, seppur leggera ed appena impercettibile, era più di ciò che generalmente mostravo.

    La prossima volta farò più attenzione. tono neutro eppure impaziente di rivelarle ciò che sarebbe accaduto, fu quando lo feci che notai un'espressione infastidita sul suo volto, qualcosa che in realtà non mi sorprendeva poi troppo. A forza di lavorare con lei avevo imparato a capire - grosso modo - come funzionasse la sua mente ed un incontro con un エイリアン (Eirian) era di sicuro l'ultima cosa che probabilmente desiderava accadesse.
    Mi allontanai tornando al lavoro e quando lo vidi entrare i nostri occhi si incontrarono per qualche secondo prima che interrompessi quel contatto per dirigermi a passo svelto verso Fan, supplicandola di ascoltarlo. Avevo osato troppo nel toccarla, ne ero consapevole, e alla sua reazione mi tirai indietro - apparentemente neutrale e tranquilla - dandomi dell'idiota.

    Lui... come aveva riconosciuto chi fosse? Le avevo parlato di lui durante il nostro primo incontro ma non immaginavo che potesse ricollegarlo così facilmente, probabilmente doveva essere colpa mia...colpa del modo in cui mi ero allarmata a causa sua. La verità era che una parte di me aveva paura di vederlo riprendersi il corpo di Devon, cosa che non avrei potuto permettere.

    E' più complicato di come sembra... deglutii abbassando lo sguardo in un chiaro gesto di vergogna, consapevole che avesse ragione; ancora una volta mi ero fatta mettere nella sua rete ma - almeno - in cambio avevo ottenuto qualcosa di importante.

    Era l'unico modo per riavere indietro il corpo del mio ...del mio ragazzo. sapevo che non avrebbe capito, era un concetto troppo umano che si basava su sentimenti che Fan non doveva aver mai nemmeno visto ma non ero riuscita ad evitare di spiegarglielo, un modo per difendermi e farle capire che non si era trattato di semplice stupidità o di attrazione per un bel faccino. Annuii quando parlò dell'orario che avevo scelto - scelta atta a non infastidirla più del dovuto - e quando Ryan si avvicinò il mio volto mutò in quella maschera di apatia che ormai conosceva fin troppo bene e che non aveva visto realmente nei nostri ultimi incontri. Non mi degnò della minima concentrazione se non di uno sguardo prima di proporre a Fan di discuterne in privato, senza di me; per lo meno Fan sembrava non aver afferrato la frecciatina dell' エイリアン (Eirian), cosa che forse ci lasciava più possibilità di riuscire per lo meno ad arrivare nel suo ufficio, sempre che lo avesse riordinato ovviamente, cosa di cui dubitavo considerando la risata che seguì la richiesta di Ryan.

    "Sarà divertente vedere la sua faccia quando entrerà in quella stanza piena di documenti, faldoni e vestiti.." c'era anche altro ovviamente ma il punto era che conoscendo Ryan - un minimo - avevo capito con facilità come non solo fosse un maniaco del controllo ma anche dell'ordine, d'altra parte chi altri avrebbe potuto custodire le memorie se non un soggetto fissato con l'ordine assoluto?
    Un sorriso divertito velò le mie labbra quando Fan specificò che ero la sua portavoce e quando mi disse che mi sarei dovuta comportare bene roteai gli occhi annuendo; non che avesse avuto alcuna importanza la mia risposta visto che la donna si limitò a voltarsi prima ancora che potessi iniziare a muovermi indicandoci la via da seguire.

    "Ok...facciamo questa cosa" a dirla tutta avevo sperato di potermi defilare in parte ma almeno così avrei saputo ciò che si sarebbero detti e ciò che ero costretta a fare in quei fatidici due mesi in cui mi voleva di sua esclusiva proprietà, un desiderio che in realtà non avevo pienamente compreso. L'avrei scambiato per gelosia, per possesso ma quell'エイリアン (Eirian) non era in grado di provare tanto. Quando passò davanti al suo ufficio e ne chiuse velocemente la porta passando oltre, mi ritrovai a lasciarmi sfuggire una risata divertita che soffocai sul nascere con un finto colpo di tosse, proseguendo fino alla porta laccata che portava al privè. Un luogo che spesso avevo usato per gli incontri che comportavano "spese extra" ai miei clienti.
    Annuii alla sua richiesta e mi andai a mettere sul divanetto, al suo fianco e lontana da Ryan, accavallando le gambe e stando attenta di non mettere tutto in mostra sebbene quell'abbigliamento fosse - per fortuna - decisamente fermo dove lo sistemavo. Fu solo quando si rivolse di nuovo a Ryan che alzai lo sguardo su quest'ultimo, in attesa di scoprire come e cosa nello specifico le avrebbe chiesto.

     
    .
  6.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Member
    Posts
    13,173
    LOVE
    +448

    Status
    Anonymous
    giphy

    Ryan Davies - エイリアン (Eirian) - Custode delle Memorie - Eterosessuale - Scheda

    Probabilmente ben pochi altri エイリアン (Eirian) erano in grado di comprendere il comportamento e la sfera emozionale umana quanto me. Avevo vissuto per decine e decine di anni tra loro, vivendo nelle loro case, confondendomi tra i loro cari, fingendomi proprio quell'uomo o quella donna che rappresentava il loro principale incubo o la loro unica ragione di vita... Sapevo bene che cosa significava (ed implicava) amalgamarmi alla marmaglia e al putridume di quegli esseri, in realtà comprendevo anche il divertimento insito tanto nello sperimentare quanto nel mostrarsi per chi si era davvero al momento opportuno: Fan-Ling, e la sua scelta di essere camaleontica e al contempo protagonista in un locale che anche a colpo d'occhio sembrava pensato più per gli umani per i nostri simili, mi ricordavano l'エイリアン (Eirian) che ero stato un centinaio di anni prima, quando la nostra specie --allora in minoranza-- viveva ancora nell'ombra e la conquista della Terra non era completa. Ero forse meno bravo, a quel tempo, eppure stridevo meno tra loro di quanto facessi ora. «Sicura che non sia anche un... personale diletto?» Insinuai, sollevando l'angolo destro delle labbra in un sorriso neutro, né complice né volutamente fastidioso. Semmai, ero solo vagamente incuriosito dal modo in cui Fan-Ling affermava che la sua scelta era una semplice... escamotage gestionale. «Capisco la necessità di mettere in pratica e di affinare un tale talento.» Camaleontico a mia volta, la mia voce suonò come una lusinga nei confronti dell'エイリアン (Eirian), quasi come un flirt appena accennato, di quelli che ti portavano a chiederti se era reale o se --invece-- ti eri immaginato tutto. Voleva davvero giocare a quella partita, la barista? Perché no... In fondo, occupare per oltre tre anni --un record, per i miei standard-- la Custodia di un certo Jack McGregory, mi aveva portato ad apprezzare gli scacchi. «La mia portavoce?» Ripetei, inarcando un sopracciglio con il medesimo tono caldo di prima. Avrei potuto replicare che non era così e che non avevo certo bisogno di una prostituta per parlare con un mio simile --lo sapevamo tutti e tre, no?-- oppure avrei potuto continuare la partita. «Ne avrei scelta una più imparziale, se avessi saputo che così stavano le cose.» Non c'era traccia di astio o di fastidio nella mia inflessione come nel mio sguardo, quello che portai prima sulle iridi dell'エイリアン (Eirian) e poi in quelle dell'umana. Mi finsi quasi dispiaciuto, invece. «Immagino che Jill non mi abbia fatto una presentazione troppo lusinghiera...» E di questo ero certo, anche se in realtà --in quel caso-- stavo solo recitando la mia parte su quel dannato palcoscenico. «Un vero peccato.» Sarcasmo a palate, ovviamente. «Mi toccherà dimostrare di persona che non sono un mostro.» Sorrisi appena, a labbra chiuse. Un sorriso affilato, quasi simile ad un ghigno, nell'annuire in direzione di Fan-Ling e nel seguirla mentre ci faceva strada fino a quello che sembrava un privé.

    «Scelta interessante.» Commentai con aria vaga, accomodandomi sul divanetto di fronte a quello su cui si erano sedute le due. Il modo in cui fraternizzavano, forse persino il messaggio che intendevano trasmettere con quell'essersi messe vicine --siamo dalla stessa parte?-- non mi disturbava affatto, anzi l'ambiguità che quel comportamento trasudava era una vera e propria linfa vitale. «Forse devo ricredermi sull'efficienza di Jill come portavoce. Dalla scelta del luogo in cui mi hai accolto deve averti già riferito che parleremo di cose piuttosto... intime.» Sottile e tutt'altro che esplicito nel chiarire chi delle due stessi --di preciso-- prendendo in giro, accavallai a mia volta le gambe e distesi le braccia lungo il morbido schienale rivestito di velluto, mettendomi comodo. «I soldi sono faccende private in fondo, no?» Guardai negli occhi l'エイリアン (Eirian), come se l'altra non esistesse proprio e così era fino a quando entrambi non avremmo deciso che doveva tornare a far parte del gioco. Pensava che avrei parlato di sesso? No, quello non era che un espediente. Un semplice ed efficace strumento di guadagno. Non erano neppure affari di Fan-Ling, se le cose fossero andate come speravo. «Non credi che meriterei un prezzo di favore, se decidessi di affittare...» Inclinai appena la testa, facendo un paio di istanti di pausa, come se stessi neanche troppo implicitamente valutando se quel termine fosse corretto. Sì, poteva andare. Era come una casa, in fondo. «...la tua 'educata' e 'premurosa' Jill per i prossimi due mesi, in esclusiva?» Inarcai un sopracciglio, improvvisamente serio. Del tutto sicuro di avere la completa attenzione dell'エイリアン (Eirian), ora. «Noi due ci conosciamo bene, ormai, e sono certo che a lei non dispiacerebbe trascorrere un po' di tempo in mia compagnia.» Solo allora mi girai verso la ragazza, scoccandole un'occhiata fugace. Non serviva che lo confermasse: i patti erano patti e, se non avesse rispettato la sua parte dell'accordo, sapeva anche lei come a sua volta non avrebbe ottenuto ciò che voleva. Era una trattativa equa, in fondo. Vantaggiosa per entrambi, esattamente come quella che stavo proponendo a Fan-Ling. «Tranquille, mi occuperò personalmente di dire a Costance e agli altri Archivi sotto la mia supervisione di non mettere piede al Kitsune Klub per i prossimi sessanta giorni e ovviamente anche in futuro, se in questo periodo non noterò... movimenti sospetti.» Ed intendevo fregature personali, ovvio. Come ad esempio concedere Jill ad altri quando io non c'ero. La buttai lì, sventolando la mano con nonchalance, come se si trattasse di una cosa di poco conto la minaccia di ordinare alla madre di Jill e agli altri umani con il marchio di raccogliere video, filmati e pettegolezzi che circolavano in quel posto. Quanti frequentatori avrebbe perso l'affascinante cinese, non appena si fosse sparsa la voce? Non avrei saputo quantificarlo, ma ero piuttosto sicuro che la sua preziosissima clientela umana venisse in quel posto per rilassarsi, non per stare attenta a ciò che diceva o faceva... «Sarebbe alquanto disdicevole per un genitore vedere sua figlia con un abbigliamento così compromettente, non trovate?» Continuai, corrucciando la fronte con aria teatralmente sconcertata e lasciando subito dopo scorrere il mio sguardo sul corpo perfetto della sua --probabile-- ragazza migliore. Una donna che, se ormai conoscevo bene, odiava la vicinanza di sua madre forse ancor più di quanto detestasse la mia. Essere guardata da lei ogni sera mentre ancheggiava intorno ad un palo con solo un paio di mutandine addosso o mentre saliva a cavalcioni di uomini diversi ogni sera? «Quasi quasi Jasmine offre un servizio più... riservato.» Quello gestito da lei era ufficialmente un bordello, certo, tuttavia --nella hall di ingresso-- le prostitute andavano vestite e solo nelle stanze private si denudavano. Magari, chi poteva dirlo, Jill avrebbe davvero preferito tornare a lavorare per lei, piuttosto che sorbirsi la presenza e l'occhio terrorizzato di Costance nel Klub ogni singola notte. Non mi sarebbe neppure servito alzare la voce con sua madre, perché facesse come un burattino ciò che le chiedevo.

    «Allora, Fan, vogliamo parlare del prezzo?» Chiesi con un ampio sorriso, dopo diversi secondi di pausa. Potevamo guadagnarci entrambi e, visto che era un エイリアン (Eirian) esattamente come me, era sufficientemente intelligente da capirlo: bisognava solo scoprire da che parte stesse. Da quella di chi era in grado di cogliere e sfruttare un valido e proficuo escamotage gestionale o invece da quella di chi si sedeva vicino ad una puttana? Ah, quanto mi piaceva il momento in cui mostravano la nostra vera pelle...
     
    .
  7.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    277
    LOVE
    +76

    Status
    Anonymous
    schema_role

    Fan-Ling ◊ エイリアン (Eirian) ◊ Barista del Kitsune Klub ◊ Etero ◊ Scheda

    «Quindi stasera siamo tutti qui riuniti per un guscio vuoto?»

    Fan-Ling aveva infuso una nota di vago interesse a quell’osservazione, una peculiare commistione mal stemperata di sincera curiosità e prevenuta disapprovazione. Non era la prima volta l’umana le parlava di quella sua malata adorazione per un involucro ormai vuoto, memento inutile di un individuo ormai dissoltosi da tempo. Sospettava che a dividerle vi fosse di più che la semplice capacità di provare o meno delle emozioni: era oggettivamente sciocco immolarsi per qualcosa che aveva cessato di esistere, ed era ancora più sciocco vivere lasciando che quel qualcosa ci rendesse deboli di fronte ad altri e schiavi di noi stessi.
    «Le custodie si occupano e si abbandonano facilmente, topolino…
    Dovresti chiedere prezzi più alti per la tua compagnia. Di questo passo presto potrà comprarti chiunque!»

    Il tono e i termini che usava erano certamente sbagliati, troppo allegri e frizzanti per il significato che racchiudevano, eppure quell’osservazione per l’aliena era, senza ombra di dubbio, la cosa più simile ad un consiglio da amica che avrebbe mai potuto formulare. Di più, aveva perfino voluto essere un complimento. Agli occhi della sua razza erano ben pochi gli umani che potevano considerarsi di valore e ancora meno quelli che potevano decidere del proprio prezzo.
    Fu il loro ultimo scambio prima che l’attenzione della cinese venisse interamente calamitata dalla presenza del suo simile, un soggetto dall’aura così...intensa...che con tutta probabilità non avrebbe potuto ignorarlo nemmeno volendo. E se prima era stata per lo più la curiosità a spingerla a prendere parte a quel peculiare gioco di ruoli, ora era decisamente estasiata che Jill l’avesse portato dritto da lei.
    «Sicura che non sia anche un... personale diletto?
    Capisco la necessità di mettere in pratica e di affinare un tale talento»

    Doveva essere un tipo divertente. E dannatamente intrigante.
    Fan-Ling non rispose, crogiolandosi in quell’eco di seducente irriverenza che l’interrogativo lasciava dietro di sé. Si limitò a sorridere, l’ampia smorfia frivola di una ragazzina vanitosa.
    «Oh~ Se avessi immaginato che fra le noiose mura dell'I.D.U. si nascondevano anche Eirian come te non avrei ceduto alla Fortuna il piacere di farci incontrare...» pigolò, la voce suadente e giocosa «E che accoglienza avrei potuto prepararti!»
    A differenza di qualcun altro, Davies ci sapeva fare.
    La barista ne era vagamente consapevole, ricordava come anche Jasmine sembrasse danzare ai suoi piedi riverendolo con una dedizione ed una disponibilità decisamente sospetti.
    E come darle torto?
    Mia...sua...importava davvero stabilire di chi l’umana fosse la portavoce?
    «Immagino che Jill non mi abbia fatto una presentazione troppo lusinghiera... Un vero peccato. Mi toccherà dimostrare di persona che non sono un mostro.»
    Si esibì in qualcosa di molto simile ad una risatina e sbatté le ciglia, la voce dolce come zucchero filato: «Jill ha moltissimi pregi, ma purtroppo rimane pur sempre un’umana… Non potrei mai dare troppo peso al suo giudizio ♥»

    Si staccò e fece strada un pochino più leggera. Quasi speranzosa, avesse potuto davvero comprendere un simile sentimento. Udì la risatina che sfuggì dalle labbra della ragazza quando sorpassarono il suo ufficio, ma nemmeno quello riuscì a pungerla sul vivo: la sua mente era ormai rivolta ad altro. Entrò e sprofondò in una delle poltroncine, lasciandosi completamente rapire dalla personalità di Ryan Davies.
    ...ma ad ogni parola che egli pronunciava il suo bel sorriso aperto si ritirava di un millimetro, fino a che tutto ciò che rimase fu un viso glaciale e due iridi di fuoco.
    Fan-Ling lo osservò con rinnovata consapevolezza, un’espressione solenne scolpita nel marmo, quindi voltò lentamente il capo verso Jill come una marionetta cui improvvisamente avessero reciso qualche filo. Un rimarchevole combinazione di "Chi cazzo mi hai portato davanti" e "Io e te parleremo dopo" accendeva una strana luce nelle sue pupille buie.
    Quando la gatta tornò a rivolgere le sua attenzioni all'ospite aveva già smesso di fare le fusa, ed ora tamburellava le dita laccate di madreperla come l’agitarsi di una coda sprezzante.
    «Sei venuto qui per giocare, Ryan, o solo per rubarmi i giocattoli?»
    Le palpebre rilucenti d’ombretto calarono per qualche istante, un velo necessario per nascondere al suo interlocutore quel guizzo d’insofferenza e fastidio che le lambì il cervello, Calò un breve silenzio teso, ma quando le risollevò gli angoli della bocca tornarono ad arricciarsi verso l'alto, lasciando sbocciare un nuovo sorriso. Aperto, complice...e decisamente più cauto.
    «Suvvia, non c’è alcun bisogno di fare il prepotente, non ti pare?
    Queste brutte abitudini lasciamole ai Controllori...tu ed io possiamo fare meglio di così, ne sono certa...»

    C’era qualcosa, nel modo in cui modulava i suoni che le uscivano dalle labbra, che tutto sommato faceva pensare che fosse sincera. I suo modi eccentrici e capricciosi probabilmente avrebbero fatto pensare altrimenti, eppure Fa-Ling la maggior parte delle volte faceva davvero del suo meglio per andare d'accordo con i propri simili. Non per lunghi periodi di tempo, s'accordo, ma questo non significava che ci tenesse a litigare con ognuno di loro, tanto meno a seguito delle ultime circostanze...
    «Mi sembra di capire che Jill si sia resa disponibile all’accordo ancora prima di parlarmene...» riattaccò quindi mentre nella sua posa si scioglieva ogni traccia di bellicosa resistenza «Sono certa quindi che non avrà nulla in contrario se ora io farò altrettanto con lei» Non era una domanda, né d’altro canto concesse il tempo a chicchessia d'insorgere o puntualizzare. «Parliamo di affari, dunque, Custode.
    Mi piacerebbe poterti rispondere di essere ammaliata dalle prospettive della tua offerta, ma purtroppo al momento trovo decisamente più affascinanti le tue doti di adulatore che di negoziatore...»
    Lo apostrofò con una strizzatina d’occhio. Anche intravisti i suoi veri colori non c’era motivo per cui non potesse giocare un po’, no? Era molto più facile lasciarsi addomesticare da Ryan che da Richard. Forse era proprio una questione di talento. «...così non solo ti piacerebbe possedere completamente per un po’ una delle mie umane più richieste e redditizie, una delle mie preferite, ma vorresti anche che te la lasciassi per un prezzo di favore?» scosse il capo, esibendosi di nuovo in quell’imitazione di risatina innocente «I favori si fanno agli amici, Tesoro. E noi non lo siamo...»
    Vi fu una pausa.
    «… Non lo siamo, ma possiamo diventarlo.
    Per esempio...mi farebbe davvero piacere se cominciassi a farti vedere più spesso qui al Kitsune, nel mio piccolo regno. Vieni a prendere Jill e riportala personalmente ogni volta che vorrai godere della sua compagnia, e quando non è con te mi assicurerò che non sia con nessun altro»

    Quella spiacevolissima e tutt’altro che velata minaccia riguardo al suo dispiegamento di Archivi, il modo in cui aveva paragonato il suo locale a quella bettola senza classe che gestiva Jasmine. Erano stoccate tutt’altro che dimenticate, ma era disposta a passare oltre, o almeno avere il buongusto di fingere. Gli ultimi avvenimenti e le ultime visite che aveva ricevuto aveano dimostrato che il vento era cambiato, e mentre nell’aria di diffondeva l’odore salmastro della tempesta la volpe aveva scrutato le nubi cariche di pioggia e aveva capito che sarebbe stato pericoloso affrontare da sola il nubifragio. Da quando Elzie era salita al potere l’occhio spietato della Torre d’Avorio non aveva risparmiato nessuno: sebbene non fosse propriamente una sostenitrice delle regole e della sciocca burocrazia imposta dall’I.D.U. era quindi opportuno dimostrare ai grandi capi che da lei non avevano nulla da temere, e cominciare ad intessere rapporti con i suoi rappresentanti poteva essere un buon inizio.
    Questo non significava certo che si sarebbe rimessa completamente alle loro volontà, o che non avrebbe comunque difeso a zanne scoperte la propria tana e tutto ciò che essa rappresentava per lei.
    Il che li portava al punto successivo:
    «Sarà di tua esclusiva proprietà, se è questo che vuole…
    ...ciononostante non prenderla a male, ma tu hai esattamente la faccia di un bambino che rompe tutti i giocattoli che usa. Perciò oltre a riservarmi il diritto di interrompere la nostra collaborazione qualora notassi segni che mi facciano capire che tu stia cercando di sciupare la mia bambolina, ho bisogno di un’assicurazione su questo nostro piccolo investimento. Una sorta di caparra, se preferisci...»

    Squadrò l’Eirian che aveva davanti per cercare di indovinare la reazione che le sue parole avrebbero avuto su di lui, un’attenzione ed un interesse che di solito riservava ad assai pochi dei suoi simili.
    «Tu sei un Custode delle Memorie, e io ho un Archivio che mi interessa.
    Una certa biondina, un’umana che scodinzola sempre attorno a Richard Anderson.
    Qualunque informazione tu dovessi avere in suo possesso, sarei più che lieta di scambiarla facendoti un prezzo decisamente di favore per la nostra Jill…

    Che dici, Ryan~?

    Vogliamo provare ad essere amici?»




    Chiedo davvero scusa per il ritardo atroce, è andata perfino peggio di quanto avessi previsto! :(
     
    .
  8.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Ex utenti
    Posts
    20,569
    LOVE
    +732

    Status
    Anonymous
    eFA9M3B

    Jill Valentine - Umana - Prostituta - Eterosessuale - scheda

    Quella frase mi ferì terribilmente, non era per chi l'aveva detto ma per la consapevolezza che quelle parole fossero reali. Si, eravamo tutti lì per un corpo che ormai non ospitava più il suo proprietario, perchè avevo voluto seppellirlo e fargli avere pace nonostante sapessi che di lui non c'era più traccia da tempo. Non mi sorprendeva che lo trovasse stupido perchè era ciò che noi umani chiamavamo "un atto di fede" e sapevo che loro non avrebbero potuto capirlo.

    Hai ragione...ma non potevo permettere che lo avesse lui. la voce neutra nascondeva la sofferenza che in realtà imperversava nel mio animo sebbene lo sguardo severo dovesse lasciar intendere come preferissi chiudere lì il discorso. Sapevamo entrambe come non avremmo potuto concordare su quel punto nonostante avessi apprezzato quello che - a modo suo - doveva essere un complimento nei miei confronti.
    Il problema non era solo che desideravo dare a Devon la pace che meritava, il punto in realtà era anche un altro; mi ritrovavo in quella situazione perchè Ryan voleva fare le sue ricerche e, alla fine, avrebbe ottenuto ciò la mia presenza al suo fianco che io lo volessi o meno, almeno così avevo potuto dire la mia, ottenere qualcosa in cambio. Alla fine gli avevo fatto un prezzo più alto di quanto entrambi credessero.

    Li lasciai parlare, decisa a non mettermi in mezzo sebbene ogni fibra del mio essere desiderasse supplicare Fan di dire di no a Ryan. Farlo avrebbe significato rovinare tutto, rompere l'accordo e ridare il corpo che avevo seppellito quella mattina ad un uomo che lo avrebbe umiliato. Lo sentii dire che non dovevo averlo presentato in maniera positiva e l'angolo destro della mia bocca si alzò appena in risposta quando i nostri occhi si incontrarono per pochi secondi; un gesto appena accennato che difficilmente qualcuno avrebbe potuto notare eppure ero certa che lui l'avrebbe fatto perchè non gli era mai sfuggito nulla che mi riguardasse e perchè - a suo dire - mi stava studiando con attenzione. Si, avevo appena confermato i suoi dubbi ma di questo non mi preoccupavo poi troppo, sapeva benissimo cosa pensassi di lui ed era abbastanza scontato che avessi riferito a Fan del mio odio. Probabilmente, in realtà, sapeva più Fan ciò che mi passava per la testa quando pensavo a lui che Ryan stesso.
    Furono le parole di Fan che mi portarono però a spostare lo sguardo sulla donna, roteando subito dopo gli occhi. Come poteva essere riuscito ad incantare anche lei? Sembrava che ogni donna che entrasse a contatto con lui non potesse fare a meno di cedere ai suoi desideri, che fossero questi sessuali o, come in questo caso, puramente una questione di affari.

    "Poco importa, capirà presto che è davvero un mostro." Ryan poteva apparire affabile, affascinante, gentile persino - se si impegnava - ma la verità era che tutto in lui era riprovevole, crudele e violento. Quell'uomo indossava una bellissima maschera ma sotto di essa vi era solo un demonio. Raggiungemmo la sala dedicata agli extra dei clienti e, seguendo le istruzioni di Fan, mi misi seduta vicino a lei ascoltando le parole di Ryan.

    "Affittare? Sul serio?" alzai un sopracciglio puntando lo sguardo su di lui, che a quanto sembrava era intenzionato ad escludermi completamente da quella conversazione, una condizione che generalmente avrei apprezzato ma che in questo caso non faceva che infastirmi nonostante la calma apparente che aleggiava sul mio viso.

    "Non mi dispiacerebbe? Davvero?" alzai un sopracciglio scettica mentre ricambiavo il suo sguardo, il messaggio che volevo trasmettergli era chiaro, qualcosa del tipo "ti piacerebbe" o "non dire cazzate" che però non avrei espresso apertamente a voce. Dovevo lasciare che si occupasse di quella faccenda privatamente senza rischiare di essere la causa di un rifiuto di Fan, perchè - in realtà - era quella l'unica cosa che avrebbe potuto salvarmi dalle grinfie di Ryan senza che fossi io a rompere direttamente l'accordo. Il problema qual era a quel punto? Semplice, il fatto che Fan fosse un エイリアン (Eirian) e come tale dubitavo che avrebbe potuto aiutarmi in quel caso.
    Furono le parole seguenti di Ryan però che mi portarono a granare gli occhi mentre un'espressione seriamente infastidita - che in realtà non era altro che rabbia mascherata da fastidio - si posava sul mio viso; incrociai le braccia al petto e puntai i miei occhi su di lui mentre ci minacciava entrambe - neanche troppo sottilmente - portando Fan ad osservarmi furiosa.

    A me sembra che non ti dispiaccia il mio "abbigliamento compromettente" La voce fredda, ne cattiva ne esultante, semplicemente schietta, come se fosse un fato di fatto che non poteva essere negato nonostante in realtà per me volesse essere una frecciatina piuttosto ovvia al fatto che sapevo perfettamente come quell'abito dovesse piacergli considerando che non era mai stato indifferente alla mia nudità, sebbene quella sera sembrasse non interessargli poi troppo il mio corpo, con mia sorpresa. Potevo sentire i suoi occhi addosso ed un brivido mi attraversò la schiena al pensiero delle urla che sicuramente più tardi mi avrebbe rivolto. Una situazione incresciosa che, come al solito, era colpa di Ryan e dei suoi modi "gentili" di pretendere ciò che desiderava.
    Mi voltai verso di lei solo quando disse che "mi ero resa disponibile", una definizione non propriamente corretta ma che le avrei passato visto che potevo immaginare quanto fosse furiosa nei miei confronti al momento e, forse, lasciarla fare sarebbe servito a placarla appena. Purtroppo Fan aveva un lato bambinesco, infantile, che la portava a diventare una bambina violenta, crudele ed aggressiva quando la rabbia prendeva il controllo di lei, fortunatamente però erano rari i casi in cui ciò accadeva o almeno non mi era capitato di assistervi spesso.

    "Ryan al Kitsune?" Non puoi averlo detto sul serio... mi lamentai subito sottovoce con l'asiatica al mio fianco, lanciandole un'occhiata che avrebbe trafitto chiunque, con la stessa veemenza di una pallottola per intenderci.
    Li lasciai parlare ancora, senza mettermi più in mezzo, voltandomi verso di lei sorpresa - non riuscendo a nasconderlo visto gli occhi sgranati e lo scatto con cui mi voltai verso di lei, persino le labbra avevano finito per dischiudersi senza che me ne accorgessi - non appena disse che non avrebbe dovuto farmi del male. Il fatto che si preoccupasse per me mi colpiva, tanto che non riuscii ad evitare di distendere le labbra in un sorriso, riappoggiandomi con la schiena contro il divano per spostare solo in quel momento lo sguardo verso Ryan, curiosa di sapere se avrebbe accettato o meno il suo accordo.



    Ma no tesoro tranquilla! u.u
     
    .
7 replies since 16/7/2018, 15:35   180 views
  Share  
.
Top
Top