Just a little bit curious

Zach & Amber

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    Amber Williams ◊ umana ◊ Spogliarellista ◊ Etero ◊ Scheda

    Erano passate da poco le quattro quando Amber fu scortata nella sua dimora, dal controllore di turno. Il suo nome era del tutto impronunciabile, appartenente sicuramente a qualche discendenza orientale. Nonostante cercasse di celarlo sotto il suo sguardo impassibile, Amber si sentiva tremendamente a disagio in sua compagnia: l assenza totale di emozioni dell'individuo la faceva sentire agitata, come se, da un momento all altro, quella quiete apparente potesse essere spazzata via con una folata di vento.
    Non era mai stata una fumatrice Amber, ma da quando la sua condizione era stata relegata a quella di spogliarellista privata degli Eirian, aveva iniziato a procurarsi dell'erba che, almeno, le distendeva i nervi. Come le piaceva affermare, "Ne servono chili per tranquillizzarmi", era diventato il suo motto di vita e, senza rendersene conto, le volte in cui si ritrovava al di fuori dalla propria dimora, per fumare, si erano largamente ampliate.
    Quella per lei rappresentava una delle tante sere in cui era da ritorno dal Red Light District: sigaretta con addosso ancora gli abiti da "lavoro", doccia gelata, veloce asciugatina di capelli e pronta per fiondarsi sotto le coperte, avvolgendosi caldamente nell'illusione che, il giorno seguente, tutto sarebbe stato differente.
    Si accese dunque quella che sarebbe stata l ultima sigaretta della serata, prendendone immediatamente una lunga boccata, e si adagiò sui gradini della veranda, con il viso rivolto verso un punto indefinito. Fu un rumore a scuoterla, costringendola a girarsi impetuosamente alla sua sinistra, luogo da dove era provenuto il fruscio: era certa di non trovare nessuno, erano spesse le volte in cui il vento la facesse sobbalzare, soprattutto quando i pensieri le arrovellavano la mente: puntualmente, ogni sera, il suo ultimo ricordo andava al suo William, a quei frammenti che gelosamente custodiva dentro di se. Con amarezza, dunque, aveva inalato quel primo tiro, per poi sentirsi il fumo bloccato in gola quando, voltandosi, vide una sagoma paralizzata che la fissava.
    Questo individuo era alto poco più di un metro e venti, aveva un berretto issato sulla testa, e non aveva intenzione di muovere un solo muscolo. Lo mise a fuoco pochi istanti dopo, riconoscendone la figura di quel bambino che, durante la riunione degli Eirian, sedeva alla sua sinistra. Cameron! gracchiò la donna, facendogli capire, con quel tono poco convinto, che la sua presenza improvvisa l aveva messa in agitazione che.. che ci fai qui?! ritrovando il suo tono normale, fece per alzarsi, sincerandosi che la creatura non avesse niente che non andasse Non dovresti esser fuori casa a quest ora, è pericoloso il briciolo di istinto materno che ancora conservava in sé si fece sentire con quel velato rimprovero, non volendo affatto rimbeccare il ragazzo quanto sensibilizzarlo, invece, nell'uscire ad un orario consono alla sua età. Il bambino la fissò a lungo, rimanendo in silenzio fino a che la figura della donna, ben più alta di lui anche grazie al tacco dodici che indossava, gli fu praticamente davanti Potrei dire la stessa cosa a te! divertito le rispose, quasi fosse un incontro alla pari, quasi fosse un uomo ben più grande dell'età effettiva che aveva. Quell aria di sfida, per un istante, le rammentò la figura del ragazzo che aveva visto accanto a Cameron, ma si destò quasi subito da quella riflessione Ma io mi so difendere bene da sola rincarò la dose lei, prendendo una veloce boccata mentre sorrideva alla creatura intenta a far spallucce Non credo che tu sia più forte di Capitan America! rispose prontamente il ragazzo, riferendosi senza ombra di dubbio ad uno dei controllori che si aggirava molto spesso tra di loro, per tenere la situazione sott'occhio. Effettivamente non si poteva dire che avesse torto: niente avrebbe potuto fare contro uno degli alieni. Non solo perché fisicamente tutti erano ben dotati, ma soprattutto per i poteri extra terrestri che quei bastardi possedevano. La loro "chiacchierata" rimase in sospeso perché una figura, quella che lo aveva sovrastato già durante il loro primo incontro, stava incombendo su di loro mi sa che qualcuno è nei guai si ritrovò a dedurre Amber, osservando l espressione colpevole di Cameron che aveva occhi solo per "il padre" o chiunque egli fosse. Egli, già, perché la spogliarellista ancora non conosceva il nome di quell uomo dalla barba incolta.

     
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    Zachary Parker - Umano - Contadino - Eterosessuale - Scheda

    -Sei un perdente, Dickens- Zachary Parker sputò fuori sangue e parole al contempo, mentre si allontanava dal suo avversario. Sorrise, vittorioso, ed in corpo aveva ancora la carica per poter battere qualcun altro. Lo sapeva bene, lo sentiva. Era il suo passatempo preferito, ma anche ciò che gli permetteva di vivere bene, nella Lost & Found. Vincere, in un combattimento, significava ottenere qualcosa: cibo, favori, medicine. Tutto ciò che poteva essere utile. E lui non perdeva quasi mai.
    Andò verso lo spogliatoio improvvisato in quell’edificio logoro e abbandonato, e si mise seduto sulla panca. Sapeva di essere fin troppo arrogante, e di provocare gli avversari o i suoi nemici superando il limite del necessario, eppure non gli importava. Lui era fatto così. E, alle volte, subiva provocazioni a sua volta, proprio per questo. Tutti, nella Lost&Found, sapevano che Zachary non rifiutava mai un combattimento; tutti, erano consapevoli del fatto che, se provocato, sarebbe stato capace di mettere in gioco qualsiasi cosa; tutti, erano a conoscenza del fatto che non agiva a favore delle regole. E tutti, compreso lui, avevano bisogno di quell’edificio per distrarsi dai problemi della loro vita di tutti i giorni; per sfogarsi; per cercare, in quel luogo, un po’ di normalità. Qualcuno direbbe, umanità. Sì, ma non era ciò con cui si trovavano a fare i conti, sempre. Alle volte, gli animali che salivano sul ring, erano delle vere bestie, nate solo con lo scopo di fare del male. E Zach era una di queste. Non fraintendetemi, conosceva le regole di quello sport. Si era allenato tutta la vita per essere il migliore, però il mondo in cui viveva era diverso dal passato. Ed era certo che il futuro sarebbe stato anche peggio. Non era arrabbiato con i suoi avversari, non colpiva per ferire di proposito. Ma il suo essere così frustrato nei confronti del mondo, della sua specie e non, gli annebbiava la vista. E, sul ring, alle volte, bastava un solo colpo con tutta la forza che aveva in corpo per abbattere il nemico. Dickens, era uno di questi.
    -Cameron è scappato, di nuovo.- Una voce interruppe i suoi pensieri e il suo stretching. -Cosa?- In pochi minuti, un suo vecchio amico, gli spiegò che il fratello era stato visto girovagare per strada per poi fermarsi nei pressi del grande salice bianco, vicino alle abitazioni circondate da quel lungo corso d’acqua che ben conosceva.
    Scocciato, prese il sacco in cui custodiva le sue cose, e senza neanche darsi una ripulita si fiondò per le strade della sua città. Camminò a passo spedito, e lo notò subito. Le strade, i vicoli, era tutto deserto. Non era difficile inquadrare un ragazzino ed una giovane donna, che parlottavano. Dava fastidio, continuamente, a chiunque. Avevano qualcosa in comune, sicuramente.
    -Quante volte devo ripetermi?- Alzò la mano, aperta, per mostrare le cinque dita. Non serviva che dicesse cosa, suo fratello lo sapeva. Le raccomandazioni erano sempre le stesse:
    1) Se sei solo, non allontanarti da casa ma se per qualsiasi motivo dovessi avere paura, va’ da Ferdinand.
    2) Non controbattere. Non a loro.
    3) Segui le regole.
    4) Fa’ ciò che ti dicono di fare, quegli inumani, ovviamente.
    5) Ma più di tutto: Non seguirmi, di notte, mai.
    -Volevo fare una passeggiata. Tu te ne vai sempre! Perché io non posso? E comunque sanguini!-
    Sul serio? Zachary sbuffò e si passò una mano sotto il naso. Quel deficiente l’aveva colpito per bene. E per la prima volta, tolse lo sguardo infuocato da quella testolina ficcanaso, e lo posò sulla donna che lo affiancava. La riconobbe subito e –forse si sbagliava- vi vide un’aria divertita, sotto quella serietà che sembrava voler mostrare. -Spero non ti abbia infastidito troppo. E’ un po’ ribelle, il ragazzino.- Zach lo guardò malissimo, con la coda dell’occhio. Ma continuò a guardare la ragazza con una certa aria curiosa… Indossava sempre degli abiti particolari. E ciò, ovviamente, lo confondeva. Non sapeva mai cosa pensare di queste ragazze, e l’esempio di sua madre non lo aiutava granché. Era diffidente, e non capiva perché Cameron invece si rifugiasse da lei, era la seconda volta che lo faceva. Ciò, comunque, non voleva dire evitare una nuova conoscenza fra gli umani. Soprattutto se si trattava di una donna, affascinante e fumatrice.
    Avrebbe voluto mandare il fratello a casa, ma non era sicuro che gli avrebbe dato retta. Lo vide solo poggiarsi, sfinito, su una sedia fuori al porticato. E sbadigliare. Capì che, al ritorno, avrebbe dovuto portarlo in braccio.
    -Ti va di offrirmene una?- Chiese, riferendosi alla sigaretta. Fu audace, questo sì. Non saprebbe dirvi, perché lo fece. Avrebbe potuto prendere le sue cose –pacco Cameron incluso- e andarsene. Era tardi, era buio. Era anche pericoloso stare lì. Però aveva bisogno di stendere i nervi. Era perennemente preoccupato per suo fratello, ed avevano la testa così dura –entrambi- da non darsi alcuna mano, a vicenda. Zach non provava a capirlo, ostinandosi a proteggerlo quasi opprimendolo; e Cam, era un bambino, non poteva capirne il motivo.
     
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    Amber Williams ◊ umana ◊ Spogliarellista ◊ Etero ◊ Scheda

    Stringeva tra le labbra la sigaretta, aspirandone l'essenza con una calma ed una meticolosità rassicuranti. Gli occhi rimanevano fissi su quell uomo che aveva raggiunto lei e Cameron, ritrovandosi, così, a studiarne con clamorosa attenzione ogni singolo particolare. Era attratta dai suoi bicipiti che erano ancora ben tesi e turgidi; Amber era certa che fossero caldi come due forni ed era altrettanto sicura del fatto che avessero appena smesso un duro allenamento. Se puntava con attenzione le sue iridi sulle vene dei muscoli, poteva osservarne il lento ma efficace pulsare.
    Aveva sentito mormorare tra i corridoi della Lost & Found di un raduno segreto di boxe, condotto da gentaglia che non aveva niente da perdere: durante quegli incontri, si poteva vincere tutte cose difficilmente reperibili per loro umani, come medicine o cibo davvero prelibato che nessuno di loro, compresa Amber, avrebbe mai avuto il privilegio di gustare.
    Si morse un labbro in un gesto del tutto incondizionato: l idea che lui fosse un "Bad Guy" le creava un certo brivido lungo la spina dorsale suscitandole una curiosità che non sentiva da diverso tempo ormai. Era sempre stata attratta da tipi piuttosto semplici, William per esempio si poteva definire a tutti gli effetti un bravo ragazzo. Eppure, il profilo che la penombra le regalava dell'uomo malandato era in grado di suscitarle pensieri non troppo adatti ad una Donna.
    CITAZIONE
    .. E comunque sanguini!-

    Non aveva sentito molto del discorso intrapreso dai due maschi fino a quell'attimo in cui il bambino fece presente un dato di fatto. Amber inchiodò i suoi occhi al naso dell uomo che, effettivamente, perdeva sangue in abbondanza e non riuscì a trattenere un espressione di sofferenza. La visione del sangue non le era mai piaciuta. -No, così fai peggio, aspetta! fu più forte di lei intromettersi nell opera dell uomo che si stava togliendo il sangue in eccesso con le mani nude. Probabilmente erano sporche, e questo non avrebbe fatto altro che procurargli un infiammazione non da poco.
    Si fiondò quindi in casa, lasciando così il duetto al di fuori della veranda, alla ricerca di un fazzoletto per poter bloccare il flusso di sangue del "pugile". Ravanò alla disperata ricerca del pezzo di stoffa ed una volta trovato lo bagnò sotto il getto dell'acqua gelida che scorreva nel lavello della cucina. Lo strizzò quasi totalmente e corse nuovamente fuori, raggiungendo l uomo e il bambino che ancora battibeccavano amorevolmente Tieni si sentiva impacciata a dover toccare lei lo sconosciuto: dopotutto l ultimo uomo che avesse davvero sfiorato, in maniera intima e privata, era stato William. Dopo di lui, non aveva più avuto nessuno, nemmeno nell'accezione più sessuale e menefreghista possibile. Ma il gesto di sfiorargli la faccia o, ancora, prendersi cura di lui le bloccava il fiato in gola. Era come se, dentro di se, covasse sempre la speranza che un giorno o l altro William potesse tornare da lei ed Amber sarebbe stata ben contenta di professargli quanto fosse rimasta illibata in attesa del suo ritorno. Nonostante il lavoro che facesse, nonostante le distrazioni che poteva avere, non aveva mai superato la soglia con nessuno e contava di continuare così. Dopotutto il sesso non mi manca troppo si autoconvinceva la ragazza, soffocando quell istinto primordiale che le gridava dentro quando aveva accanto un uomo come lo sconosciuto lì davanti. Quegli occhi e quelle labbra l'attraevano a sé come delle calamite, ma Amber riusciva a mentire persino a se stessa, fingendosene immune.
    CITAZIONE
    -Spero non ti abbia infastidito troppo. E’ un po’ ribelle, il ragazzino.-

    Soffocò una risata, puntando gli occhi sul ragazzino dal berretto issato sulla testa, che faceva spallucce e si accomodava su una panchina, pronto a tornare a casa. Era devastato. Si stropicciava gli occhi e sbadigliava un attimo si e l altro pure. Rimase a guardare le stelle, con gli occhi puntati verso il cielo, ed in quel semplice gesto Amber ci lesse una profonda malinconia. Le strinse il cuore.
    Non vedeva poi così tanta differenza tra i due maschi, era per questo che aveva sorriso all affermazione dell uomo; decise tuttavia di calvare l onda, ponendo un unica domanda che si poteva definire diretta:
    siete.. ehm.. siete solo voi due? Li aveva incontrati solo in due occasioni, e quella era la seconda, ma in entrambi i casi i discorsi che aveva captato erano orientati solo su loro due. Dunque presumeva che non avesse più una madre e lui una compagna/moglie. Si strinse tuttavia nelle spalle, scrollando la testa come diniego del suo velato quesito Affatto! Mi ha fatto prendere un bello spavento, ma mi ha tenuto ottima compagnia fece segno al mozzicone che aveva appena terminato. Lo lanciò poco lontano e premette la punta delle scarpe super-alte sull estremità pulsante.
    CITAZIONE
    -Ti va di offrirmene una?-

    Sorrise la donna, voltandosi appena in direzione della voce, in questo modo l uomo poteva osservarne il profilo perfettamente Quale varietà vuoi? un guizzo nella sua voce faceva ben intendere che Amber fosse in possesso di cose diverse e, chissà perché, volesse persino condividerle con quell estraneo. Sento che di lui mi posso fidare ragionò tra sé e sé, probabilmente la presenza di Cameron era divenuta una sorta di certezza dell'affidabilità dell uomo di cui, ancora, non conosceva il nome dipende che tipo di svago vuoi.. iniziò la donna, avanzando verso di lui con calma rilassare i nervi.. sembrava pensierosa ma dentro di se sapeva perfettamente cosa stava dicendo ... avere in corpo l euforia... continuò, frugando nelle tasche per cercare i "vari tipi" di cui stava appunto parlando o sentire l eccitazione scorrere in tutto il tuo corpo... continuò, puntando quei fari verdi proprio nei suoi, a pochissimi centimetri di distanza. Poteva sentire il suo profumo, un profumo forte e pungente com era senz altro lui. Cameron in tutto ciò?! Il ragazzino si era sapientemente allungato sulla panchina e aveva socchiuso gli occhi.. Morfeo si stava prendendo già cura di lui.
     
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    Zachary Parker - Umano - Contadino - Eterosessuale - Scheda

    Essendo ormai –la giornata- in chiusura, Zach poteva affermare senza alcun dubbio che erano state ore vissute intensamente. Prima, il lavoro nei campi; e lì, non ci si fermava neanche un minuto. Poi, il ring. Ed il combattimento era durato più delle altre volte. Successivamente, suo fratello aveva avuto la brillante idea di fuggire e farlo incazzare. Alla fine, si ritrovava a fare una nuova conoscenza. Per quanto fosse una giornata trascorsa come tutte le altre, visto che svolgeva abitualmente queste mansioni, l’indomani avrebbe potuto custodire anche un buon ricordo.
    Non si era reso conto di sanguinare, e fu Cameron a ricordarglielo, per poi essere soccorso dalla damigella lì presente. Sbuffò, osservando la sua mano sporca di sangue e polvere.
    Mentre la donna rientrava in casa, in cerca di qualcosa per aiutarlo, Zach la osservò. Aveva una corporatura esile, rispetto a lui. Avrebbe potuto chiuderla e tirarla a sé con un solo braccio. Proprio il suo essere piccola la rendeva raffinata, anche con quegli abiti da lavoro, mai volgare. Erano già due volte che s’incrociavano ed entrambe le volte indossava capi d’abbigliamento originali, per così dire. Era seducente, ed era consapevole di esserlo. Gli occhi famelici di Zach non l’abbandonarono, fino a quando non superò la soglia della porta e Cameron non gli assestò un pugno nello stomaco. Sarebbe stato un buon combattente, ne era certo.
    -Che diavolo……?-
    -Cosa hai vinto, questa volta?-
    Zach lo fissò, sperando di scorgere qualcosa nello sguardo di suo fratello. Ma non ci vide nulla. Alle volte, la cosa, lo spaventava. Sembrava non avere stimoli, non capire che –per quanto la situazione fosse difficile ed alle volte ciò che si ritrovava ad osservare e a vivere fosse pura cattiveria- valeva comunque la pena.
    -Per questo… Ti brilleranno gli occhi, ne sono certo.- Zach lo sperava, perlomeno. Ravanò con la mano pulita nel suo sacco e tirò fuori un fumetto. Si poteva definire un piccolo oggetto da collezione, visti gli anni di guerra a cui era sopravvissuto, e visto che ormai nessuno badava più a queste cose. A chiunque, interessava solo sopravvivere e distrarsi nei bordelli. Ma Cameron aveva solo otto anni, meritava altro.
    In un certo senso, per quanto non gli diede molte soddisfazioni verbali, lo vide ritirarsi immediatamente ed osservare le figure colorate. Ovviamente non era la prima volta che leggeva, non vivevano nella preistoria! Però era qualcosa di suo, finalmente. Forse era questo a cambiare le cose.
    La giovane donna lo raggiunse di nuovo e gli consegnò un fazzoletto colmo d’acqua. Non appena si pulì il naso, provò un senso di sollievo. Sia per il sangue già incrostato, sia perché era fredda e lui si sentiva fin troppo accaldato.
    CITAZIONE
    siete.. ehm.. siete solo voi due?

    Zach guardò suo fratello e rispose. -Sì, siamo solo noi due, da molto tempo.- Da sempre, praticamente. Cam non conosceva il volto dei suoi genitori, e sapeva ben poco di loro. E a Zach non piaceva parlarne.
    -E tu? Hai qualcuno?- Osservò la grande casa che sembrava essere vuota, a quell’ora. Ma volle ugualmente porle quella domanda per sapere quanto fosse libero d’agire. Non che potesse fare chissà cosa, vista la presenza di Cameron; ma, dopo un combattimento già vinto sul ring, non gli andava di mettere a sedere qualcun altro.
    Si prese la briga di chiederle una sigaretta, vedendo con quanta serenità finiva la sua. E si prese, con esso, il permesso di fissarla a lungo. I suoi occhi, fermi sulla sua figura, oscillavano dal suo sguardo, alle sue labbra e –spesso- finivano per osservare le sue movenze, che la portarono più vicina a lui. Memorizzò ogni passo ed ogni curva del suo corpo.
    -L’effetto su di me, è sempre rilassante- Fu così che rispose inizialmente, alla spiegazione e alla scelta che poteva fare, riguardo le sigarette disponibili. Aveva un vasto assortimento. Avrebbe voluto chiederle come se l’era procurato, ma probabilmente –visto l’ambiente in cui lavorava- si sarebbe rivelata una domanda stupida. -Ma ci sono molti modi, per rilassarsi, entusiasmarsi ed eccitarsi.- Fece un passo avanti, e notò quanto la differenza –in altezza- non fosse eccessiva tra di loro. Eppure, uno di fronte all’altro, Zach sapeva di poterle fare da scudo con il suo corpo in qualsiasi modo o posizione, perché le copriva completamente la visuale. -E puoi affrontare le 3 fasi in una sola volta.-
    Il sesso, ad esempio, entusiasmava l’animo, eccitava il corpo e finiva per rilassare, dopo. Era il miglior rimedio, la cura per qualsiasi cosa. Ma doveva ammettere di non essere selettivo, affatto. E forse anche per questo non gli era mai capitato di perdere la testa per qualcuna.
    Le spostò una ciocca di capelli che, ribelle, le divideva il viso a metà; abbozzò un mezzo sorriso e la guardò. Dio se era bella! Però, era anche vestita in un modo tale da fargli pensare che lavorasse a contatto con uomini. E, sì, spogliarelliste e prostitute erano le uniche a cui non riservava mezza attenzione. Le giudicava male per via della madre e dell'inferno che gli aveva fatto vivere.
    -Qual è il tuo compito, di preciso?- Fu per questo che, di punto in bianco, le fece questa domanda, indirizzando lo sguardo al suo outfit e alle parti del suo corpo scoperte; per capire se apparteneva ad un gruppo o ad un altro. Di certo, non per uno spettacolino privato.
     
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    Amber Williams ◊ umana ◊ Spogliarellista ◊ Etero ◊ Scheda

    Amber non aveva idea di ciò che sarebbe accaduto quella sera; si poteva definire una delle tante nottate in cui usciva sulla veranda per godersi l unico vizio che i controllori non le avevano ancora tolto. Mai si sarebbe immaginata di incontrare ancora quel bambino, Cameron, e di godere della compagnia di quello che era, probabilmente, il padre. Non sapeva ben definire l effetto che quell uomo le sortiva, era enigmatico e, al contempo, un libro aperto per lei: il suo essere così misterioso e taciturno, la portava a temerlo, a tratti.
    Ne era certamente affascinata e più lo guardava, più trovava delle analogie con William: entrambi alti, entrambi con gli occhi chiari, le labbra piene, un sorriso favoloso. La corporatura, invece, era ben più allenata nell uomo che ora si trovava di fronte e, a giudicare dai segni riportati su svariate parti dell'epidermide, lo alimentava a suon di scontri proibiti. I combattimenti erano all ordine del giorno e un attività a cui i controllori ponevano una forte attenzione senza, tuttavia, essere in grado di scovarne l origine. Cosa ti spinge a farlo? domandò la ragazza ancor prima di metabolizzare il quesito dentro di sé, nel mentre si adoperava a portargli un fazzoletto refrigerante. Si scontrò con i suoi occhi, la durezza che questi perpetravano, ma non cambiò minimamente oggetto del suo sguardo: voleva capire, con quel contatto, il vero significato della sua attività. Era Cameron? Sul serio lo faceva per quella piccola ed indifesa creatura?
    A quanto parevano erano loro due da diverso tempo, forse aveva perso la madre come Amber aveva perso Will o, forse, era stato più fortunato di lei: il corpo della persona amata probabilmente era stato sepolto con una degna celebrazione funebre. Ormai era convinta che sarebbe stato meglio non vedere più William Jones comportarsi in maniera così distante e fredda, era convinta che un taglio netto sarebbe stato più efficace; così, invece, nel continuare ad incontrarlo il suo cuore non sarebbe mai guarito del tutto. Lo amava e avrebbe continuato così per sempre.
    CITAZIONE
    -E tu? Hai qualcuno?-

    Faceva male ammettere a voce alta che ormai era sola, sola come un cane, senza poter condividere gioie -ormai poche- e dolori -il più delle volte- con nessuna persona amata. Abbassò finalmente i suoi fanali, puntandoli distrattamente su Cameron che, disteso su una panchina, si passava tra le dita un giornaletto o qualcosa del genere. Sospirò con forza, palesando con quel gesto quanto la situazione le provocasse insofferenza Non più... quei.. quei bastardi hanno annullato tutta la mia vita disprezzo e odio puro nelle sue parole, accentuato da un espressione arcigna disegnata su quel viso d angelo: se avesse avuto davanti uno di quegli Eirian probabilmente avrebbe cercato in tutti i modi di farlo fuori.
    Fortunatamente l argomento si spostò su qualcosa di più frivolo che apportava meno sofferenza, il fumo.. almeno inzialmente. Perché poi il tutto prese una piega più maliziosa, in primis da Amber, assecondata poi dallo stesso straniero che le si avvicinò, fissandola intensamente.
    Quegli occhi non si erano ancora abbassati un attimo, come se incapaci di evitare di puntarla. E questa cosa, il suo essere così maledettamente sicuro e impavido, la faceva fremere nel profondo.
    CITAZIONE
    -L’effetto su di me, è sempre rilassante- . -Ma ci sono molti modi, per rilassarsi, entusiasmarsi ed eccitarsi.- -E puoi affrontare le 3 fasi in una sola volta.-

    Solo lei vide in quelle parole un chiaro riferimento sessuale? Se lo chiese, perché lui sembrava estremamente tranquillo, come se il suo modo di fare potesse essere riproposto ad un altra persona. O era solo con lei che si comportava così? La sentiva solo lei l alchimia per quella vicinanza, quella voglia che ti scoppia inevitabilmente dentro il petto?
    Quant era che non faceva sesso?....
    Non ricordo nemmeno più cosa si prova ironizzò con amarezza, gettando il mozzicone ormai esausto per terra, calpestandolo con un po' troppa forza. Odiava la situazione in cui si trovava e, ancora di più, odiava il suo lavoro. Già, proprio quello che, ora, era sulla bocca dello straniero Non sono una puttana, se è questo di cui hai paura commentò piccata la ragazza, puntando ancora una volta le iridi su quel viso contratto. Lo aveva notato, il modo in cui la guardava: non c era solo apprezzamento per ciò che vedeva, ma un reale timore per quello che poteva essere il suo lavoro La madre di Cameron? chiese a bruciapelo, cercando di collegare i tasselli di quel puzzle indecifrabile, di nome Zachary. Nome che, tra l altro, non conosceva ancora.


     
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    Zachary Parker - Umano - Contadino - Eterosessuale - Scheda

    Il pugilato era uno sport, una passione, ma più di tutto uno stato d’animo. Difficile da spiegare, ma per quanto a volte ti portasse a terra –ferito e dolorante- era un’ancora di salvezza. Lo salvava dai momenti bui, dalla sua rabbia, dal suo essere un casinista nato. Sfogarsi lì, in quello spazio quadrato, lo aiutava a tenere la sua vita –e quella di Cameron- sotto controllo. Perché se avesse dato di matto, se lo avessero preso per qualsiasi motivo al mondo, chi si sarebbe preso cura di lui? Era consapevole di non dimostrare il suo affetto nel modo giuso, forse anche di non proteggerlo come avrebbe dovuto o come avrebbero fatto i suoi genitori; ma oramai non c’era più nessuno in grado di dargli una dritta, ne di sgridarlo. E, ad essere sinceri, non avrebbe accettato consigli da nessuno. Sapeva quanto bene voleva a quel ragazzino, e non avrebbe mai potuto fare qualcosa per fargli del male. Mai. Fare a botte su un ring reso tale da un magazzino abbandonato, poteva sì essere un modo malsano di dimostrarlo; e poteva sicuramente mettere in pericolo entrambi; ma Zach sapeva il fatto suo.
    CITAZIONE
    Cosa ti spinge a farlo?

    Rispondere a questa domanda, però, fu difficile per lui. Soppesò le parole da utilizzare per una serie di secondi. Cosa spingeva quell’uomo a terminare le sue giornate in quell’edificio grezzo e dimesso, facendosi colpire e colpendo a sua volta, a sangue?
    -Ciò che sento, stando lì.- Non cosa, non perché. Ma “come” si sentiva lui, ad essere circondato da persone che lo acclamavano –o denigravano, ovviamente-; a ferire e ad essere ferito; ad avere il controllo.
    Ma Zach non era l’unico a dover affrontare una situazione di me**a. Non era l’unico ad odiare quella nuova realtà. Quella ragazza era stata ferita; le avevano portato via qualcosa / qualcuno, e la sua vita era cambiata dall’oggi al domani, così, senza un perché.
    Non disse nulla: qualsiasi cosa, sarebbe stata superflua e Zach era consapevole di non essere una persona brava nell’incoraggiare gli altri. Avrebbe voluto dirle di far fuori quei vermi, di trovare il modo di ribellarsi, che non dovevano arrendersi. Ma non si fidava ancora di quella donna.
    Così, il discorso mutò e si spostò su un altro argomento: il fumo, il sesso, il suo “lavoro”. Zach non vedeva di buon occhio le ragazze che si prostituivano od altro, perché i ricordi che aveva di sua madre erano fin troppo vividi. E anche per questo, odiava ancor più gli エイリアン (Eirian). Inconsciamente sapeva che quelle donne (ma in realtà vi facevano parte anche gli uomini) non erano colpevoli di ciò che erano costretti a fare; eppure a conti fatti non riusciva a giustificarli. Ognuno doveva essere padrone del proprio corpo, perlomeno questo. Invece, vi era una violazione fin troppo esagerata di sé.
    CITAZIONE
    Non ricordo nemmeno più cosa si prova

    Quindi le avevano portato via qualcuno di importante, a livello sentimentale? Tanto da non donarsi a nessun altro, più? Zach non poteva dire lo stesso di sé. Frequentava sempre qualcuno, seppur per brevi periodi, visto che non riusciva a legarsi sentimentalmente. Sceglieva donne che colpivano la sua curiosità, naturalmente, non andava mai alla cieca.
    CITAZIONE
    Non sono una puttana, se è questo di cui hai paura

    -Non sono abiti da prostituta, infatti.- E il punto, non era esserlo o meno, ma quanto e se si fosse adagiata o meno in quella situazione.
    CITAZIONE
    La madre di Cameron?

    Quella donna non aveva paura di esprimersi, ne di fare domande che avrebbero potuto urtare la sensibilità di qualcuno, come in questo caso, quella di Zach. Era un argomento che non sfiorava mai, neanche per caso. Le donne con cui era andato a letto in passato, spesso, finivano per fargli domande personali, con l’intento di legarsi e conoscerlo meglio. Bastava mezza parola per farle finire fuori dal letto. In quel caso, era diverso, visto che Amber non voleva conoscerlo meglio, voleva solo sapere la natura dei suoi pregiudizi. Pregiudizi che riguardavano lei.
    Zach sorrise, amaramente. Si avvicinò di più a lei, bastò un solo passo. Allungò la mano e le sfilò una sigaretta. La notò perché era infilata al di sotto della stoffa del suo outfit, e la punta di essa era visibile. Non si preoccupò di averla sfiorata o di essersi preso una confidenza che non meritava; infondo, anche la domanda che gli era stata posta era personale. E lui non faceva distinzione fra i tocchi su un corpo e parole pungenti.
    -Nostra madre- Ammise.
    -E ti consiglio di limitare l’uso di quella lingua- La indicò anche. Accese la sigaretta, inspirò il fumo, e prima di aggiungere altro, si fermò ad osservarla. Bocca, occhi, guance. Capelli, spalle, un corpo stretto in un abitino striminzito. Fu invadente, se ne rese conto. Quei due fanali squadravano con un'intensità di cui, alle volte, si pentiva o di cui non si rendeva neanche conto. Come in quel caso.
    -Stare a stretto contatto con quei vermi non ti ha insegnato niente?- Ossia, a non dare aria alla bocca e a non fare domande inopportune. Loro, solitamente, ti rispondevano con colpi di frusta sulla schiena o qualche colpo nello stomaco. Forse con i controllori od altri “ospiti” sul lavoro, si comportava diversamente… Oppure, anche lei come me, aveva subito più di una punizione.
     
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    Amber Williams ◊ umana ◊ Spogliarellista ◊ Etero ◊ Scheda

    Sensazioni. Emozioni umane che Amber non provava da diverso tempo oramai. Era come se fosse stata svuotata di tutta la sua personalità, i suoi hobby erano stati spazzati via con forza, lasciando un corpo incapace di covare delle passioni.
    Aveva provato invidia per quel luccichio negli occhi di Zach, quella luce di passione vera che rendeva viva la sua esistenza. Impercettibilmente Amber si strinse nelle spalle, percependo solo in quel momento la brezza che la notte porta con sé. Un tempo praticavo Yoga regolarmente.. avrei preso a giorni l attestato per poter insegnare sorrise, ma quello che dipinse le sue labbra fu un gesto amaro, sofferto. Quelle bestie non solo le avevano sottratto l amore della sua vita, ma si erano presi la sua essenza totale. Cosa rimaneva di lei? Un corpo piacente, capace a dimenarsi su un palco per compiacere involucri inermi posseduti da alieni. Che tristezza
    -ma basta parlare di cose passate- annunciò, forse più a se stessa che al suo interlocutore, aprendo le braccia e dandosi un tono maggiormente fiero, destandosi così da quel torpore malinconico che l aveva accompagnata fino a quel momento.
    Anche l uomo sembrò complice nel voler cambiare totalmente argomento, la chiacchierata tastò un piano più confidenziale di prima, puntando l attenzione sul lavoro di Amber. O, meglio, sugli abiti che questa rivestiva.
    L aveva visto, il modo in cui Zachary l aveva osservata prima: non intravedeva solo del compiacimento per quel corpo esile e strizzato in abiti succinti, ma anche un certo timore per ciò che quegli stessi abiti rappresentavano.
    Ci tenne a tranquillizzarlo sulla loro funzione: non era una prostituta, probabilmente non sarebbe mai stata in grado di rivestire quei panni. Avrebbe certamente preferito la morte, architettando la maniera più indolore per togliersi la vita.
    Il modo che quello sconosciuto aveva di guardarla era capace di sconquassarla dentro, di smuoverle qualcosa che non sentiva più da diverso tempo. Quella miccia di intrigo, di velato interesse, quell affinità scaturita da un solo sguardo più malizioso del normale. Amber trasalì, sentendosi inevitabilmente in colpa per la natura dei suoi pensieri. Si disse che non era pronta, né per essere coinvolta sentimentalmente, né per esserlo unicamente con il corpo (cosa che intuì fosse l unico obiettivo dell'uomo. Non le sembrava il tipo da legarsi per troppo tempo ad un altra donna).
    Fissò il tombino poco distante da loro, mettendo fine a quel contatto visivo che iniziava a renderla irrequieta. La domanda che fece poi sulla mamma di Cameron fece scattare - in senso figurato- Zachary - che le si avvicinò in maniera impressionante. La ragazza tacque all istante, probabilmente trattenendo il fiato, ripuntando gli occhi sull uomo che le sfiorava il fianco per rubarle una sigaretta. Aveva caldo, tremendamente caldo. Poteva percepire il suo odore schiaffeggiarle i sensi, infilandosi nella cavità nasale con prepotenza. Usava sicuramente un bagnoschiuma al sandalo, aveva un olfatto sviluppato e quella fragranza l'avrebbe riconosciuta tra mille.
    CITAZIONE
    -Nostra madre-
    -E ti consiglio di limitare l’uso di quella lingua-

    Oltre al suo odore, percepì il suo alito caldo proprio sulla fronte, data la differenza di altezza tra i due. Le bastava alzare lo sguardo e con esso la testa per avere le labbra di Zachary a disposizione. Le piacevano un sacco. Erano seducenti, piene, carnose, proprio come quelle di una donna piacente. Era un dettaglio che la ragazza aveva notato fin dal loro primo incontro, probabilmente la cosa che apprezzava di più di lui. -non sei il primo a dirmelo, non che la cosa penso ti stupisca più di tanto alludeva a Jacob che, poche ore prima, le aveva detto la stessa cosa, con altri termini. E si, si riferiva anche al mondo maschile che certamente fantastica sui vari giochetti che le lingue possono fare. Percepì un calore pervaderle il ventre, capendo quanto la vicinanza con quell uomo la rendesse esposta.
    CITAZIONE
    -Stare a stretto contatto con quei vermi non ti ha insegnato niente?-

    Amber parve rifletterci un attimo, poi alzò le spalle con noncuranza, come se non la riguardasse in prima persona la domanda appena ascoltata. Mi ha insegnato a danzare attorno ad un palo, a muovere i fianchi, a sfoggiare l occhiata più seducente del mondo, come questa vedi imitò lo sguardo colmo di finto desiderio che rivolgeva a quelle bestie, questa volta però senza fingere del tutto. Gli occhi da cerbiatta della donna si assottigliarono un poco, assumendo un espressione sensuale e desiderosa, per poi sorridere in maniera beffarda Mi hanno insegnato a toccare con decisione, così Amber osò, più di quanto si era detta di fare poco prima, aprendo i palmi sul petto dell uomo, tastandone la consistenza soda e compatta. L allenamento era palpabile al di sotto dei suoi polpastrelli, si disse. Mi hanno insegnato a portare un uomo alla dannazione più assoluta si avvicinò, spalmando il suo corpo su quello dell uomo, percependo come la durezza di questo fosse completa. Sussultò appena, ritraendosi un istante, per poi andare contro di lui, strusciando il muso sul collo dell uomo, in un effusione molto felina per poi ritrarmi, lasciando che il coglione di turno paghi il doppio per avermi nuovamente a sua disposizione ultimò suo malgrado, allontanandosi da quel calore ritrovato dopo tanto tempo, senza mostrare quanto quella vicinanza aveva turbato probabilmente più lei.
    Gli sorrise ma la lingua, quella non è contemplata ammiccò bonariamente in sua direzione, facendogli l occhiolino per smorzare quell elettricità che, ne era certa, non era la sola ad aver accusato.

     
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